Lucy

Pubblicato: giugno 20, 2013 in Cocaina, Messico, Spagna, Stati Uniti
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La testata del blog di Lucy.

La testata del blog di Lucy.

Lucy adesso è in Spagna.

“Corri”.

E lei ha iniziato a correre. Anzi, è proprio volata via dal Messico. Non che ora si ritenga al sicuro. Perché quando fai informazione, o anche solo quando trasmetti informazione, informazione che non dovresti trasmettere, sei chiaramente un intralcio. In Italia Saviano e Tizian sono i volti noti (più il primo del secondo) di questo modo di vivere imposto dall’esterno con le minacce. L’essere “wanted”: qualcosa semplicemente di inimmaginabile per chi non viva quella condizione.

Lucy ovviamente non si chiama così. L’unica cosa certa che sappiamo della sua biografia è che ha 25 anni, due in meno del suo collega web master che con quel “corri” le ha probabilmente salvato la vita. “Non ho mai desiderato essere la blogger più ricercata dell’emisfero”, conclude Lucy in un’intervista rilasciata recentemente. Amaro epilogo per chi ama il proprio paese ed è costretto ad abbandonarlo proprio per quell’amore.

El Blog del Narco, non è solamente un blog. È una vera e propria istituzione che in soli tre anni è riuscita a collezionare qualcosa come 25 milioni di visite mensili coprendo un vuoto informativo che tendeva a rendere la guerra dei narcos messicana uno dei tanti conflitti dimenticati del globo.

Facile intuire come il blog di Lucy sia presto diventato un caso politico e addirittura morale. Da un lato la necessità di far conoscere al mondo l’atroce guerra tra cartelli che sta insanguinando il Messico almeno dal 2006, dall’altro lato l’opportunità di pubblicare immagini a dir poco scabrose, con il rischio opposto di fornire ai narcos un megafono mediatico per le loro malefatte e per le ritorsioni reciproche. Insomma, libertà d’informazione e rispetto delle tattiche di guerra.

Secondo Lucy non vi sono dubbi: il sistema informativo messicano è volutamente carente. È un dovere civico porvi rimedio. Noi sappiamo che il Messico è in testa alla classifica dei paesi più pericolosi per i mezzi d’informazione. Ci basta questo.

Piena solidarietà a Lucy.

Lucy su Twitter.

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